Il sogno che diventa realtà

L’esigenza di far nascere riabilitiamoci.net nasce da molto lontano. Fin da piccolo ho sognato di diventare Medico, non so ben spiegare cosa mi portava a maturare questa decisione, forse perché mia mamma è stata una infermiera e mio papà un tecnico di radiologia, e dopo la scuola andavo sempre a trovarli in ospedale prima di andare a casa. O forse perché è una passione che nasce con me.

Forse tutte e due le cose, chissà! Certo è che dicevo sempre a tutti che volevo diventare Medico e volevo aiutare le persone, e infatti terminato il liceo la scelta dell’università è stata semplice:, facoltà di medicina e chirurgia.

Durante gli anni di medicina non riuscivo a stare soltanto sopra i libri a studiare

Allora frequentavo vari reparti per cominciare ad avere il contatto con le persone, quel contatto che da sempre ho considerato fondamentale per instaurare quella relazione medico-paziente che fonda il rapporto tra due persone, una delle quali chiede aiuto all’altra per bisogno, bisogno di stare bene.

Un incontro speciale

È proprio in quegli anni frequentando, da studente, il reparto di medicina interna che mi succede una cosa straordinaria. Uno studente di medicina, quando frequenta un reparto di degenza, ha il compito di aiutare i medici strutturati e gli specializzandi del reparto, andando la mattina presto, munito di fonendo e sfigmomanometro e indossando il camice (stiratissimo e bianchissimo) a fare il giro dei pazienti a “prendere la pressione” e la frequenza cardiaca.

Una mattina mi imbatto in un ragazzino (13-14 anni) che era stato ricoverato per anoressia e per questo aveva collegato al braccio una sacca piena di nutrimenti (nutrizione parenterale). Quella visione per me è stata scioccante, come è possibile che un ragazzino di quell’età anzichè giocare a pallone con i compagni, si trovava ricoverato in un ospedale assieme a persone che potevano essere per età suoi nonni o addirittura bisnonni?

Anche qui può nascere una amicizia

Così ho cominciato ad avvicinarmi e ad investigare, ed il mio primo approccio è stato prenderlo in giro per il pigiama che indossava: una maglietta a maniche corte a strisce nere ed azzurre con un numero 9 dietro e la scritta Ronaldo. Nei giorni abbiamo fatto amicizia, mi aspettava ogni mattina, per passeggiare con me in corridoio, io gli tenevo la sacca sorretta da quell’asta con le ruote, stava sereno e riusciva a pure a ridere.

Unico dramma era il giro visita con il “professore del reparto” seguito da tutti i medici in fila, dagli strutturati, medici specializzandi dei vari anni per finire agli studenti frequentatori, che con estrema freddezza cercavano di convincerlo a mangiare intimando non ricordo bene quale soluzione drastica per terrorizzarlo.

Per me era insopportabile, perché non cercare di capire cosa lo aveva spinto a rifiutare il cibo? Perché non una carezza da parte dei Medici che dovevano aiutarlo?

Ebbene durante quei giorni diventando “Quasi Amici” ho scoperto il motivo che lo aveva spinto a tanto e addirittura un pomeriggio, si è convinto a mangiare una minestrina ormai fredda e di dubbio sapore, imboccato da me. Quel pomeriggio sono uscito dall’ospedale soddisfatto, tanto stanco, e ho pianto pieno di gioia.

Per me riabilitiamoci vuole essere il modo e il mezzo per diffondere la cultura del medico che si offre ai pazienti, punto di riferimento per tutte quelle persone che vogliono essere trattati da persone e non come malattia, e punto di incontro tra medicina tradizionale e medicine cosiddette “alternative”, che fondano la propria filosofia nell’ascolto e nella comunicazione di base.

Per questo Ti esorto: RiAbiliTiAmoCi!

Ti Auguro il meglio,

Dott. Luigi Sesto

dott luigi sesto

 

Sono ideatore del progetto riabilitiamoci, laureato in Medicina e Chirurgia, ho conseguito la specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa presso Università La Sapienza di Roma. Esercito la professione di Fisiatra a Roma.

ps: se questa storia, la mia storia, ha suscitato in te emozione, segnala e condividila con chi possa emozionarsi, sui tuoi social preferiti.