Ho avuto una distorsione di caviglia parecchio tempo fa e, a distanza di tempo, continuo ad avere continui cedimenti e frequenti episodi di distorsione alla caviglia. Che posso fare? Continua a leggere e lo scoprirai!
Prendo spunto da una fantastica esperienza che ho fatto quando ho avuto il piacere di visitare un’ atleta di danza artistica e poi delle ballerine professioniste di una accademia di danza, la maggioranza delle quali aveva questo problema.
Hai presente quante ore di carico di lavoro sopportano le caviglie di questi atleti ogni giorno, soprattutto quando devono prepararsi ad uno spettacolo con ore e ore di prove interminabili? Immagina il gran disagio che possono avere; senza andare lontano se è capitato anche a te capisci bene i limiti che si devono sopportare nella vita di tutti i giorni.
Un vortice da evitare
Le terapie fisiche strumentali non rappresentano l’unica soluzione nella cura e riabilitazione, infatti, parlando con loro, l’approccio nel gestire la distorsione di caviglia è stato il seguente: dopo il trauma distorsivo acuto e l’impotenza funzionale con gonfiore e dolore, la terapia di elezione è stata solo di tipo antalgico (per togliere il dolore) e per far diminuire il gonfiore; per raggiungere tale scopo immancabile la “tecar terapia”, sicuramente utilissima proprio nella fase acuta e post acuta.
Ridotto il gonfiore e il dolore, sembrava tutto finito, di nuovo pronte a saltare sulle punte, ma si presenta fatica e di nuovo distorsione, con dolore acuto, gonfiore, quindi si ricomincia con la stessa terapia, l’immancabile “tecar”; ridotto il dolore e il gonfiore di nuovo punto e a capo; un vortice che ti stringe e ti fa passare lunghe settimane, mesi e a volte anche anni, senza mai poter dire: «sono guarito».
A questo bisogna aggiungere la crescente comparsa di paura, ansia e irrequietezza per un problema non risolto del tutto. Bisogna rassegnarsi? È tutto normale?
Rispondo con un secco NO.
Questo è un chiaro esempio di instabilità di caviglia; la diagnosi si basa sul fatto che il paziente riferisce frequenti episodi distorsivi dopo una iniziale distorsione, anche semplicemente camminando per strada. Cosa non ha funzionato nella terapia? O soprattutto che manca per raggiungere il pieno recupero?
La regola principale dopo un episodio di distorsione di caviglia è prevenire un altro episodio
Posto questo corollario, il recupero riabilitativo completo, puoi ottenerlo con il seguente programma:
fase 1: obiettivo è togliere dolore e gonfiore
fase 2: obiettivo è rinforzare selettivamente i muscoli che stabilizzano la caviglia
fase 3: obiettivo è recuperare la piena funzione della caviglia.
La vera cura e riabilitazione, dopo l’immobilizzazione iniziale, l’uso di ghiaccio, la “tecar terapia” e/o altro, secondo il parere del tuo medico, al fine di ridurre gonfiore e dolore, deve passare alla fasi successive. Queste prevedono il graduale rinforzo dei principali muscoli che stabilizzano la caviglia con esercizi specifici e selettivi (anche con uso di elastici), per finire con gli esercizi chiamati “propriocettivi” che permettono ai muscoli e alla articolazione presi in esame di sopportare gradualmente i carichi di lavoro, fino al recupero completo della funzione propria.
Al termine di questo percorso sì che puoi di nuovo saltare e salire sulle punte, perché hai trovato di nuovo il giusto sincronismo nei movimenti.
Nel percorso di fisioterapia una fase importante è quella che prevede l’esecuzione di specifici esercizi
Gli esercizi ti permettono di conoscere il tuo corpo, capire i limiti che hai, cercare di superare gli ostacoli che immancabilmente incontrerai. Per questo non smetterò mai di dirti di non ricevere passivamente il trattamento di fisioterapia, non sperare sul lavoro degli altri ma impegnati, impara e scegli 2 al massimo 3 esercizi da fare a casa, hai la possibilità di sentire e conoscere ogni singolo muscolo, capire l’armonia del movimento che ti permette di camminare normalmente con un corretto schema del passo, tallone-pianta-punta, con sicurezza, e poi puoi ritornare a correre, ballare e saltare… di gioia.
Ti Auguro il meglio,
Luigi
ps: se hai avuto una esperienza simile, o conosci un amico o parente che ti ha testimoniato la sua esperienza, lascia un commento e fammi conoscere il tuo parere in merito.
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